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Rivoluzione in ASI: sfiduciato Roberto Loi

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L’Asi, il più importante Ente nazionale per la tutela e la promozione del motorismo storico italiano è nel caos. Dopo 20 anni di potere quasi assoluto Roberto Loi è stato sfiduciato. A deciderlo è stata una assemblea convocata dallo stesso presidente sabato sette ottobre, probabilmente sicuro di avere il sostegno della maggioranza degli iscritti, ma che alla resa dei conti gli si è rivoltata contro. Anche se per pochi voti.

La revoca del mandato è infatti stata votata da 1771 soci contro 1627 voti a favore. Erano presenti  all’assemblea 206 club su un totale di 271, equivalenti a 3501 voti su un totale di 4059. Roberto Loi, in sostanza, ha perso la presidenza del più importante Ente nazionale nel campo delle auto storiche per soli 144 voti.

La decisione era nell’aria dal mese di luglio, quando è diventata di dominio pubblico la notizia che il presidente era stato accusato di molestie sessuali da una dipendente dell’Ente. Un brutta storia sfociata in una sentenza del Tribunale del Lavoro di Torino con il reintegro della ex-segretaria nel ruolo da cui era stata licenziata e una ammenda di oltre 35.000 per danni morali a carico di Loi. Vicenda che già a luglio aveva sollevato lo scontento di nove consiglieri su 12 in quanto lesiva dell’immagine dell’Automotoclub Storico Italiano.

Dopo la sfiducia, Loi ha chiesto che venisse espresso un voto anche sulla eventuale revoca del mondato anche per il Consiglio Federale. E anche in questo caso l’esito non è cambiato: sfiducia totale. Dovranno lasciare l’incarico 11 consiglieri su 12: i due vicepresidenti Pietro Piacquadio e Ariel Atzori, e nove dei 10 consiglieri: Ugo Amodeo, Giuseppe Cannella, Renzo Cardini, Arcangelo Conserva, Giuseppe Di Mauro, Francesca Grimaldi, Angelo Melis, Alfredo Liberati e Domenico Paterlini.

Pagano anche loro la sottovalutazione della gravità della vicenda personale di Loi, oltre che lo scontento montato negli anni sulla gestione Loi da parte di una fronda sempre più ampia di Club. Resta in carica solo Alberto Scuro, un chirurgo di Padova, che nei giorni precedenti l’assemblea si era dissociato dalla rivolta interna dei consiglieri schierandosi per il dialogo tra le parti, in modo da evitare divisioni profonde all’interno dell’Asi stesso.

Non è chiaro adesso chi possa governare l’Asi in questo vuoto di potere che si è venuto a creare. C’è chi spinge per la nomina a consiglieri dei primi dei non eletti, in modo da formare un consiglio che porti l’Asi al 13 gennaio quando si terrà la nuova assemblea per la nomina del nuovo presidente, il rinnovo del Consiglio federale e la discussione del nuovo statuto. E chi chiede di risolvere il problema subito. Vi terremo informati sull’evoluzione di questa vicenda.

Roberto Loi, 70 anni, era al vertice dell’Asi dal 1997. Da 24 anni è anche presidente del Veteran Car Club di Torino e da nove vicepresidente della Fiva (Fédération Internationale des Véhicules Anciens), l’organismo internazionale cui fanno capo la maggior parte dei club e dei registri storici a livello internazionale.

Gilberto Milano


Eventi di Goodwood, ecco le date

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12-15 luglio e 7-9 settembre. Sono queste le date 2018 da segnare in calendario per due dei maggiori eventi di motorismo storico al mondo: il Goodwood Festival of Speed e il Revival. Le hanno appena annunciate dalla bellissima tenuta nel West Sussex che ogni anno ospita le due enormi kermesse.

Per quanto riguarda i tre giorni del Festival of Speed (FoS, qui l’edizione 2017) – preceduti anche per la prossima edizione dal Moving Motor Show – il weekend scelto deve conciliarsi come sempre con il calendario della Formula 1 e può subire spostamenti come è successo per esempio quest’anno, a giugno, con uno slittamento in avanti di una settimana. I piloti e le macchine devono infatti essere liberi dai loro impegni sull’asfalto dei circuiti per prendere parte alla celebre cronoscalata di Goodwood. Le date definitive 2017 sono state diffuse a marzo, pertanto, salvo comunicazioni che dovessero arrivare nel frattempo, la certezza si avrà intorno a quel periodo. E allora, come sa bene chi ha già partecipato al FoS, converrà correre come bolidi per prenotarsi un soggiorno e garantirsi così la presenza alla 25esima edizione. Per le giornate dell’evento, infatti, già nei primi giorni di primavera la zona intorno alla tenuta di Lord March e l’intera città di Chichester registrano sempre il tutto esaurito.

Diverso e più stabile è invece il timing per il Goodwood Revival Meeting (qui l’edizione 2017), terzo e ultimo appuntamento annuale di motorismo, stavolta solo d’antan, organizzato da Lord March (il primo, il Member’s Meeting, è solitamente a marzo). Le dodici competizioni settembrine che vi si svolgono sono le stesse che avevano luogo, dal 1946 al 1966, nel famoso circuito inglese. E naturalmente anche le auto, a partire dalle anteguerra, sono le stesse protagoniste.

Laura Ferriccioli

Mille Miglia: le novità dell’edizione 2018

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È stata presentata l’edizione 2018 della Mille Miglia. La “Corsa più bella del Mondo” si riproporrà lungo 1600 chilometri attraverso il Bel Paese, arrivo nella Capitale e dietro front per fare ritorno a Brescia. In totale saranno quattro giorni di grande impegno ma anche di suggestioni e divertimento per quasi 450 macchine costruite tra il 1927 e il 1957.

L’obbiettivo iniziale dell’evento sarà di coinvolgere partecipanti e appassionati per una settimana intera, anticipando la partenza di un giorno e consentendo, con la conseguente anticipazione dell’arrivo e con la premiazione del vincitore sul palco di Piazza della Loggia, la creazione di una vera e propria “notte della Mille Miglia”.

LE NOVITÀ DEL 2018
La corsa, rompendo una lunga tradizione, partirà un giorno prima rispetto alla consuetudine. La vettura numero 1, tradizionalmente una OM, lascerà la pedana di Viale Venezia a Brescia nella giornata di mercoledì 16 maggio. La carovana delle vetture farà ritorno qui sabato 19 maggio. Come avviene dal 2016, sono previste quattro tappe:

1. Brescia – Cervia / Milano Marittima. Passaggi: Desenzano, Sirmione, Parco Sigurtà di Valeggio Sul Mincio, Mantova, Ferrara e Comacchio.
2. Cervia / Milano Marittima – Roma. Passaggi: Pesaro, Repubblica di San Marino, Arezzo, Cortona, Orvieto.
3. Roma – Parma. Passaggi: lago di Vico, Viterbo, Bolsena, San Quirico d’Orcia, Siena, Lucca, Sarzana, Passo della Cisa (solo nell’edizione del ’49 la corsa passò per questo valico)
4. Parma – Brescia. Passaggi: Fidenza, Piacenza, Lodi, Autodromo di Monza, Bergamo.

ISCRIZIONI
Saranno ammesse all’edizione 2018 (selezionate da un’apposita commissione) un massimo di 440 vetture, regolarmente in possesso di almeno uno dei seguenti certificati: Fiche ACI-CSAI (Commissione Sportiva Automobilistica Italiana), Htp FIA (Historic technical passport rilasciato dalla Fédération Internationale de l’Automobile) o ID FIVA (Identity Card della Fédération Internationale des Véhicules Anciens).

Le iscrizioni per la Mille Miglia 2018 si apriranno il prossimo 24 ottobre (chiuderanno alle ore 23:59 del 4 gennaio 2018). L’organizzazione fa sapere che non sono previste novità del regolamento (“Possono essere iscritte le vetture delle quali almeno un esemplare sia stato iscritto alla Mille Miglia di velocità (1927-1957), in uno dei modelli presenti nell’elenco delle vetture candidabili, pubblicato sul sito“). Anche i coefficienti per calcolare il punteggio delle vetture nelle varie prove rimarrà invariato.

Alvise-Marco Seno

Un voto fino a domenica per la “Bestia di Torino”

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Le fiamme, la leva del cambio laterale, le catene di trasmissione: ogni cosa è al suo posto. L’autore che si è sbizzarrito a ricreare con i famosi mattoncini della Lego la potentissima Fiat S76, meglio conosciuta come “Bestia di Torino, ha saputo essere fedele alla realtà. Come? Assemblando diversi pezzi individuati tra le infinite composizioni della Casa danese.

Certo, i 28.000 centimetri cubi di motore del mastodontico capolavoro italiano da Grand Prix non potrebbero entrarci. Il modellino non è che una minuscola riproduzione in scala della macchina che, nel 1911, quando è uscita dalle Officine Fiat di Corso Dante, ha zittito la Benz ponendo fine alle battaglie con i tedeschi sui circuiti di allora.

All’epoca in cui si pensava che per ottenere grandi prestazioni i motori dovessero essere enormi, la Bestia è stata la più veloce di tutte, l’ultima. Il capitolo dei giganteschi bolidi da corsa del novecento l’ha chiuso lei e non senza battere prima due record di velocità. Poi se ne sono perse le tracce fino al 1954 e di nuovo finché l’attuale proprietario, l’inglese Duncan Pittaway, non ha montato il motore di uno dei due esemplari costruiti dalla Fiat sullo chassis dell’altro e ha riportato così in vita The Beast dopo 12 anni di restauro.

Da poco il fan che ha avuto l’idea di farne un pezzo da costruzioni ha reso la sua opera ancora più verosimile mettendo in testa al driver, un omino dalle inconfondibili fattezze Lego, un casco giallo e nero uguale a quello vero di Duncan. Chi sia lui, il papà del progetto, non è dato sapere perché l’anonimato nella piattaforma internazionale “Ideas” dell’azienda – una sorta di incubatore di idee dove i modelli sono sottoposti a utenti di tutto il mondo – è una regola inviolabile. Impossibile, ormai, anche che la proposta sia approvata per essere prodotta: mancano solo 5 giorni alla scadenza e il progetto è ancora lontano dai 10mila voti necessari.

La buona notizia, però, è che anche se non diventerà una strenna natalizia per quest’anno (e nemmeno per il prossimo, dato che Lego impiega 12 mesi per studiare i dettagli dei progetti una volta raggiunto il gradimento previsto) non è ancora detta l’ultima parola. Con 100 voti la poderosa Fiat da comporre con i mattoncini si aggiudicherebbe la permanenza nel sito Lego nel 2018 e avrebbe così una chance di vittoria.

In pratica, da oggi a domenica prossima tutto quello che le serve è una quindicina di supporter: un obiettivo più che raggiungibile che le renderebbe la partita ancora tutta da giocare. Basta registrarsi, far conoscere le proprie opinioni sul progetto rispondendo a tre domande – ad esempio quanto il pezzo dovrebbe costare – e il gioco è fatto.

Se poi si dovessero avere ispirazioni per realizzare nuove composizioni, basta cliccare qui. Chiunque, compiuti i 13 anni, può infatti presentare alla Lego una propria idea messa a punto con i bricks, spaziando in qualsiasi argomento (l’azienda riconosce poi anche una piccola percentuale sulle vendite).

E così, facendo zapping fra le pagine di “Ideas” si scopre che, solo per citare alcuni progetti, qualcuno ha rifatto a mattoncini la Mole Antonelliana, la nave da crociera Queen Victoria, il castello di Neuschwanstein nella Foresta Nera. Mentre sono stati già prodotti e messi in commercio in tutto il mondo lo Yellow Submarine dei Beatles e il missile Apollo 5 della Nasa.

Fra le auto classiche, la Lego ha già in catalogo la Mini Cooper, il Maggiolino e il camper van T1 Volkswagen. Abbondano anche qui i suggerimenti: c’è chi, fra le idee, ha messo in campo per esempio una Lamborghini Miura, che ha per ora ottenuto 773 clic e ha davanti a sé 185 giorni per raccoglierne altri. Il suo “designer” ha realizzato inoltre una Ferrari F40 (452 supporter, 74 giorni ancora per il countdown) e una Bugatti Atlantic (503 voti,192 giorni rimasti).

Le più apprezzate? Al momento nella top ten generale spiccano una Jaguar E-Type Roadster II, che con 9.839 voti ce l’ha quasi fatta, una moto del 1967, la BMW R60/2, attualmente a quota 7.684 e, nell’anno del suo 60esimo compleanno, non poteva mancare la Fiat 500 F del 1968. L’amatissima icona del made in Italy, online dal 24 agosto, ha già 6.409 sostenitori. Avanti con i clic, allora, ed è molto probabile che la vedremo immortalata sugli scaffali. Anche il tempo è dalla sua: c’è più di un anno a disposizione. Stay tuned.

Laura Ferriccioli

Sharing economy, arriva l’Airbnb delle classiche

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Affittare una Corvette in California per 225 dollari al giorno, un Volkswagen Bullit in Florida a 400 o una Porsche 911 Turbo del 1987 in Illinois per 600. Negli USA è attivo da qualche mese Driveshare, un servizio concettualmente molto simile ad Airbnb o alle altre piattaforme tipiche dell’economia della condivisione, che riguarda le auto classiche.

Nato dall’idea di una start up, si chiamava Classic & Exotics, ora ha mutato nome ma soprattutto è stato acquistato da Hagerty, la nota società specializzata nel mondo assicurativo delle auto storiche. Come vedremo più avanti non si tratta di un proprietario qualunque, e il nuovo azionista ha implicazioni dirette nel funzionamento e nelle garanzie di qualità del servizio.

Cosa si può fare con Driveshare? In primis occorre registrarsi come utente o come proprietario di auto storiche e poi usufruire della piattaforma, per noleggiare una auto storica in base a temi, luogo e costo desiderato.

Il processo di registrazione per chi vuole noleggiare prevede uno screening e alcuni paletti legati all’età e alla cauzione, che dovrebbero fare da barriera di ingresso; l’assicurazione compresa nel prezzo, che prevede anche il risarcimento totale del valore del veicolo con la qualità tipica di Hagerty e il servizio 24 ore su 24 di assistenza e recupero dell’auto in caso di panne definitivo, con una commissione del 35% che rimane alla piattaforma sul costo del noleggio. Anche la copertura e il rimborso di eventuali multe, agevolando il proprietario e togliendo ansie e preoccupazioni, sembra andare in questa direzione.

Tutto tranquillo quindi? In fondo chi non può apprezzare la possibilità di prenotare online un’auto storica per i giorni necessari all’utilizzo, magari per una fuga romantica piuttosto che per un regalo di compleanno senza sopportarne i costi tutto l’anno? O, al contrario, per chi ne possiede una, perché non valutare offerte di noleggio monetizzandone la proprietà quando non la si utilizza?

In realtà occorre capire cosa accadrà. Se i vantaggi sono evidenti a tutti, più sfaccettate sono le ragioni e le motivazioni che potranno portare al successo o insuccesso, magari parziale, di questa tipologia di servizio in un settore come quello delle storiche. I dubbi che vengono in mente sono principalmente legati alla natura del bene: chi possiede un veicolo storico o anche una collezione ha un rapporto quasi viscerale con il proprio mezzo.

Chi non conosce qualche amico che nonostante sodalizi trentennali non cederebbe il volante della propria auto, neppure sotto tortura, alla moglie piuttosto che al parente o all’amico? Lasciarlo in mano a “sconosciuti” ancorché qualificati dalla piattaforma sarà una bella sfida.

Altro possibile contro è legato alla svalutazione del veicolo legata al chilometraggio aggiuntivo, irrisorio se si tratta di un week end, ma considerevole dopo mesi di onorato servizio. In un’epoca in cui il valore delle storiche è legato anche alla “freschezza” del modello varrà davvero la pena affittare la propria storica seppure per centinaia di dollari al giorno, o anche di più, a seconda del modello? Su quest’ultimo dubbio sarebbero necessari complessi algoritmi finanziari ma soprattutto dipende dal tipo di auto e dal suo valore nel tempo, fattore non sempre facilmente prevedibile.

Per rassicurare il prestatore di auto classiche entra in gioco invece il nome di Hagerty, in bella evidenza anche sulla Home page del sito che non a caso ha acquisito la piattaforma cambiandone il nome e soprattutto aggiungendoci un pacchetto assicurativo e di assistenza molto tranquillizzante.

Che questo sia il vero punto critico in fondo lo si capisce anche scorrendo i termini e dettagli del servizio: richiesta di caparra superiore ai 500 dollari; età superiore ai 30 anni per accedere al servizio in modo da evitare piedi ruvidi e alle prime armi; screening preventivo della storia del richiedente (immaginiamo con controlli su incidenti o sanzioni visto che sono necessarie 72 ore prima di avere l’ok a noleggiare in occasione della prima registrazione), sono tutti messaggi diretti a tranquillizzare i proprietari. Come anche la possibilità, per chi affitta la propria classica, di non accettare le richieste di noleggio che dovessero prevenire senza bisogno di dare spiegazioni di alcun tipo. Nessun obbligo e massima libertà.

Ma oltre i “contro” ci sono i “pro” e non sembrano pochi, soprattutto in prospettiva. E qui entrano in gioco approcci generazionali e di abitudini al consumo: non è più un segreto per nessuno che i Millenial, ovvero i ragazzi nati a cavallo del nuovo secolo, preferiscano vivere esperienze piuttosto che possedere. E questo servizio sembra pensato in primis per loro, oltre che per appassionati magari più attempati che vogliono togliersi lo sfizio di provare a fare un giro sulla classica che non si sono potuti permettere o hanno venduto tanto tempo fa.

E poi ci sono scenari ai quali si continua a non pensare ma che prima o poi si presenteranno: nell’arco di poco tempo ci saranno enormi masse di auto storiche lasciate dai baby boomers che probabilmente saranno ereditate dai figli che, se non appassionati, dovranno o potranno decidere di vendere o altrimenti “mettere a reddito”.

Anche i grossi commercianti con in casa molte auto storiche forse potrebbero approfittare del servizio per monetizzare in attesa di vendere. E non ultimo lo stile di vita contemporaneo, fatto di vacanze all’estero, piuttosto che periodi di lavoro lontani da casa, potrebbero portare a molte richieste di noleggi di questo tipo, agevolando anche quelli veloci  e d’impulso. O per eventi aziendali.

Ecco perché sarà interessante vedere nel tempo l‘evolversi del servizio e anche delle auto disponibili sulla piattaforma. Che, a giudicare da questi primi mesi, spazia dalla Camaro economica alla Bentley passando pure per youngtimer o auto giapponesi ricercate dagli appassionati come la Datsun 240Z. Dopo essersi annotati il nome di Driveshare per la prossima vacanza negli States rimane solo un ultimo quesito, chi sarà il primo in Europa a proporre un’idea simile?

Luca Pezzoni

Campagne e Cascine, vincono Bellini-Tiberti

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Folta partecipazione di equipaggi alla venticinquesima edizione del Campagne e Cascine 2017, ultimo appuntamento valevole per il Campionato Italiano di Regolarità Auto Storiche: 151 le vetture al via, domenica 8 ottobre, dalla sede della società Canottieri Baldesio di Cremona, un numero di tutto rispetto se si pensa che la coppia Fortin-Pilè si era già laureata campione al Valli Biellesi – Oasi Zegna.

A vincere sono stati Bellini-Tiberti su Fiat 508 C, portacolori della scuderia Franciacorta Motori, con sole 286 penalità e una media di 3.07, primi anche nella Classifica Top Car. Secondi, distaccati da soli due centesimi di secondo, Aiolfi-Zambianchi, su Autobianchi A112 Abarth; terzi Patron-Tecchio su Renault 5 Alpine 8, anche loro beffati da appena un centesimo. Prime, invece, per la Classifica Equipaggi Femminili, Bignetti-Ciatti su Alfa Romeo Giulietta Spider Veloce.

Tempi e prestazioni notevoli per una gara considerata tra le più difficili (ma anche divertenti e imprevedibili), non solo del calendario di campionato italiano, ma di tutto l’anno “regolaristico”.

Boscone, Torre, Soldi, Le Motte, Salera, Montanara, Galli, Bosco… non sono strafalcioni scritti di getto, ma solo alcuni dei nomi delle tante cascine che, per una domenica, si sono prestate a terreno di gara per auto storiche incuranti di ghiaia, terra, fieno, mucche, galline e polvere. Cascine che hanno spesso spaesato, divertito o preso alla sprovvista persino i più impavidi top driver, con prove incessanti su tubi disposti in maniera molto tecnica, come da tradizione per la Scuderia 3T di Cremona. Tubi che, per l’edizione 2017, sono saliti a 100, aumentando di conseguenza la difficoltà della gara.

Altra caratteristica del Campagne e Cascine: il percorso non si ripete mai per tutta la durata della gara, e gli equipaggi percorrono poco meno di 200 km in poco più di sei ore, perennemente in prova, persino durante i trasferimenti. Questo “essere sempre in prova”, come si dice nel gergo dell’ambiente, richiede una grande concentrazione sia al pilota sia al navigatore. Il primo non può permettersi di pensare ad altro se non a effettuare un passaggio perfetto sul tubo, il secondo non può assolutamente sbagliare direzioni, indicazioni o ingressi nelle cascine, perché a quel punto la penalità diventa automatica e determinante per la classifica. Così, dopo soli 3 settori, gli equipaggi hanno dovuto affrontare l’ultima sfida: il Trofeo Circuito Cittadino, nel centro di Cremona, dove la carovana è arrivata a fine gara accolta dalla folla assiepata dietro alle transenne. Quattro prove secche prima della sfilata, nella centralissima piazza Stradivari. Vincitori del Trofeo, i campioni italiani 2017 Fortin-Pilè su Fiat 127.

Testo di Himara Bottini, foto di Roberto Deias

Coppa Franco Mazzotti, due giorni in atmosfera Mille Miglia

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Il prossimo 21 e 22 ottobre – una settimana prima dell’imperdibile appuntamento con Automotodepoca 2017 a Padova Fiere – si terra l’edizione numero nove della Coppa Franco Mazzotti, gara di regolarità che porterà sulle strade della provincia di Brescia una tipica atmosfera da Mille Miglia.

Dopo il successo del 2016 anche quest’anno il Club della Mille Miglia “Franco Mazzotti”, sodalizio dedicato a uno dei quattro “moschettieri” fondatori della corsa, ha organizzato l’evento su due giorni, con due tappe che vedranno impegnati i più forti campioni della regolarità: tra questi Andrea Vesco e Andrea Guerini (vincitori nel 2016 e, trionfatori, quest’anno, a Terre di Canossa1000 Miglia e Gran Premio Nuvolari), Francesco Di Pietra, Nino, Margiotta, Giovanni Moceri e Mario Passanante, Alberto Aliverti, Andrea Belometti, Bruno Ferrari, Gianmarco Fontanella, Alessandro Gamberini, Osvaldo Peli, Ezio Salviato, Sergio Sisti e Lorenzo Turelli. Si segnala anche la partecipazione di Arturo Merzario, portacolori della Scuderia Brescia Corse.

La corsa prevede 92 Prove Cronometrate, due Prove di Navigazione a media imposta e 7 Controlli Orari, distribuiti in 280,46 chilometri. Il tracciato si snoda su due tappe con partenza dal Museo 1000 Miglia e arrivo a Sirmione (167 chilometri); quindi partenza da Sirmione e arrivo all’aeroporto di Ghedi (113 chilometri).

Le iscrizioni si sono chiuse l’8 ottobre. Alla manifestazione è ammesso un numero massimo di 100 automobili di, stradali e da corsa, costruite fino al 1985.

IL PROGRAMMA

Venerdì 20 ottobre. Ore 17 – 19, verifiche presso il Museo 1000 Miglia.

Sabato 21 ottobre. Ore 7:30 – 10, verifiche presso il Museo 1000 Miglia. Ore 10:30, partenza prima vettura. Passaggi successivi: Gussago, Castegnato, Ospitaletto, Rovato, Chiari (Villa Mazzotti), Capriolo (sosta per il pranzo), Adro, Corte Franca, Passirano, Paderno Franciacorta, Rodengo Saiano, Concesio, Bovezzo, Nave, Caino, Vallio Terme, Gavardo, Villanuova sul Clisi, Puegnago del Garda, Polpenazze del Garda, Soiano del Garda, Calvagese della Riviera, Padenghe sul Garda, Lonato del Garda, Desenzano del Garda e arrivo a Sirmione (con pernottamento).

Domenica 22 ottobre. Ore 9, partenza prima vettura da Sirmione. Passaggi successivi: Peschiera del Garda, Pozzolengo, Monzambano, Valeggio sul Mincio, Marmirolo, Volta Mantovana, Cavriana, Solferino, Castiglione delle Stiviere, Carpenedolo, Montichiari, Ghedi e arrivo all’Aeroporto Militare di Ghedi.

Alvise-Marco Seno

Gli 80 anni di Giovanni Rana: i dipendenti gli regalano una Renault 4

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Il 15 ottobre, l’industriale della pasta Giovanni Rana ha compiuto 80 anni. Nato a Cologna Veneta nel 1937, il “re del tortellino”, insignito del titolo di Commendatore dell’Ordine al Merito della Repubblica Italiana e di quello di Cavaliere del Lavoro, ha creato un impero diventando uno dei simboli del Made in Italy nel settore gastronomico.

Rana si è sempre contraddistinto anche per la sua singolare strategia di comunicazione: essere sempre visibile come il volto principale della sua azienda e, come dichiarato più volte, Non smettere mai di sognare!”.

Nei primi anni 60, all’inizio dell’attività – cominciata da un piccolo laboratorio – Giovanni Rana percorreva le strade della campagna veronese per consegnare i suoi prodotti nei casolari sparsi per il territorio. Sua fedele compagna di viaggio era una Renault 4, di colore grigio.

Negli anni il business è cresciuto e oggi Giovanni Rana guida una multinazionale con filiali in tutto il mondo. Il successo di quest’impero si basa anche (per non dire, soprattutto) su un aspetto importante del rapporto imprenditore-dipendente: una relazione a carattere quasi familiare con i suoi collaboratori.

I suoi collaboratori hanno voluto festeggiare gli 80 anni del loro boss con un regalo speciale: una Renault 4 (rigorosamente con targa di Verona) del tutto simile all’esemplare da lui utilizzato agli inizi della carriera.

Fonte: L’Arena

Alvise-Marco Seno


Eleganza a Stresa, “Best of Show” a una Lancia Astura Castagna del 1933

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Si è tenuto nell’affascinante cornice del Lago Maggiore l’undicesima edizione del Concorso d’Eleganza di Stresa, evento clou degli appuntamenti del Classic Club Italia. È il sesto anno che le storiche si incontrano al Regina Palace Hotel per un weekend all’insegna dell’eleganza automobilistica.

Una quarantina di automobili, spaziando da una rarissima Rolls-Royce Silver Ghost carrozzata Griffith del 1923 a una Ferrari 400i del 1983 (rara versione con cambio meccanico), hanno riempito i giardini di uno dei più prestigiosi alberghi della cittadina piemontese, di fronte alle Isole Borromee, e sfilato per il pubblico con l’appassionata descrizione di Franco Ronchi, Socio Fondatore e Presidente del Registro Touring Superleggera.

Se – purtroppo – la presenza di auto anteguerra non è stata numerosa come sarebbe lecito attendersi (ma la qualità degli esemplari in concorso ha ampiamente supplito alla questione) ampia e variegata è stata la partecipazione di vetture, marchi e nazionalità rappresentate: Alfa Romeo, Fiat, Lancia, Mercedes, Jaguar, Triumph, Studebacker, Moretti, Siata, Rolls-Royce Ford, Dino e Volkswagen. E, nella più consona atmosfera di un evento del genere, rievocando la tradizione del Concorso d’Eleganza che tanto animava la passione del periodo d’oro dell’automobile, alcuni partecipanti hanno presenziato in abiti d’epoca. Il marchio Zagato era presente come special guest e trait d’union tra l’antico e il moderno con uno esemplare (di soli 9 costruiti) dell’Alfa Romeo TZ3 Stradale del 2011.

Il parterre ha proposto automobili di gran classe: da una eterea Lamborghini Miura P400 conservata (ma superata, per grado di conservazione, da una rara BMW 2000 CS) a una Moretti 750 restaurata con grande professionalità (scoperta dopo cinquant’anni di letargo), che si è trovata in uno scontro diretto contro un’altrettanto affascinante Lancia Flaminia Cabriolet Touring 2.8 3C; da una Porsche 911 2.4 T del ’73 a una rara Sunbeam Venezia del ’64.

I VINCITORI

Tra le quattro classi del Concorso (Pre War; 1950 – 59; 1960 – 69 e 1970 – ’79), la preziosa Lancia Astura Torpedo Gran Sport Castagna del 1933, già vincitrice a Villa d’Este e a Pebble Beach, non ha avuto rivali per la conquista del titolo di “Best of Show”; ammiratissima anche una Triumph Italia del ’59, presentata dal suo elegante proprietario. La rara coupé inglese carrozzata Vignale ha vinto la sua classe senza alcun dubbio tra i giurati.

La Lancia Flaminia Cabriolet Touring del ’64 e una Lamborghini Urraco del 1970 hanno trionfato nei rispettivi raggruppamenti.

Premio per la migliore auto conservata è stato assegnato alla già citata BMW 2000 CS del 1965 di un collezionista ticinese, giudicata in ottimo stato di conservazione nonostante oltre quarant’anni di vita sulle strade. Il premio del pubblico ha infine eletto una prestigiosa Dino 246 GTS del ’73, presentata da un giovanissimo appassionato.

I PREMI DI RUOTECLASSICHE: OMAGGIO A GIANNI MAZZOCCHI
Anche noi di Ruoteclassiche abbiamo voluto dare un riconoscimento alla passione dei partecipanti, approfittando della presenza di due automobili idealmente collegate a Gianni Mazzocchi, fondatore di Quattroruote e tra i pionieri del collezionismo di auto storiche in Italia.

Sono state così premiati con un abbonamento annuale della nostra rivista un’Alfa Romeo Giulietta I Serie del ’58 (automobile immortalata sul primo numero – Febbraio ’56 – del mensile Quattroruote) e una Studebacker Champ del 1950 (modello collezionato dallo stesso Mazzocchi).

Alvise-Marco Seno

A Volandia il nuovo Museo Bertone

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S’inaugurerà sabato 21 ottobre a Volandia, il museo del volo (e non solo) a poche centinaia di metri dalle piste di rullaggio dell’aeroporto di Malpensa, una mostra permanente con i gioielli della collezione Bertone, dichiarata patrimonio nazionale nel 2011andata all’asta a fine settembre 2015 e acquistata dall’Asi per oltre 3,4 milioni di euro. Negli storici edifici delle ex officine Caproni saranno ospitate 76 automobili, una moto e una bicicletta.

La rassegna anticipa un altro importante evento che si terrà il 3 marzo 2018: l’inaugurazione del nuovo padiglione Asi – Bertone del complesso museale, interamente dedicato al carrozziere torinese. I pezzi da collezione della carrozzeria fondata nel 1912, quindi, hanno finalmente trovato la loro collocazione definitiva dal soggiorno temporaneo di Caprie (in Val Susa) presso i locali della ex Stile Bertone (fallita nel 2014; il marchio Bertone, andato all’asta a fine 2015, è stato venduto all’esterno ma se ne ignora il nuovo proprietario).

Sono attese a Volandia, tra le altre, la Lamborghini Miura S del ’67, l’Alfa Romeo Giulia SS del ’63, Lancia Stratos HF e una serie di prototipi. Tra questi BMW Birusa, Porsche Karisma, Ferrari 308 GT4 Rainbow, Aston Martin Rapid Jet e la Jaguar PU99.

Alvise-Marco Seno

Coppa Milano-Sanremo 2018: aperte le iscrizioni

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Sono ufficialmente aperte le iscrizioni alla Coppa Milano – Sanremo 2018, manifestazione di regolarità turistica nuovamente a calendario delle gare di regolarità dopo sette anni di oblio. La storica manifestazione, tenutasi per la prima volta nel 1906, si terrà tra il 22 e il 24 marzo 2018 su un percorso di 600 chilometri che attraverserà tre regioni, Lombardia, Piemonte e Liguria. La corsa assegnerà anche la Coppa delle Dame.

Alla manifestazione saranno ammesse solo 100 automobili, costruite tra il 1906 e il 1973 e regolarmente in possesso di passaporto F.I.V.A, o di fiche F.I.A. Heritage, o di omologazione A.S.I., o fiche A.C.I. Sport, o appartenenti ad un registro di marca.

IL PROGRAMMA
L’appuntamento è fissato per giovedì 22 marzo 2018 all’autodromo di Monza (dalle ore 8 alle ore 12:30), dove avverranno le verifiche tecniche e sportive dei partecipanti. Non solo: contemporaneamente il programma prevede anche una serie di giri liberi in circuito (dalle 9 alle 13).

Nel pomeriggio avrà luogo una parata per il pubblico (si comincia alle 13.30) che, dal circuito transiterà per il centro di Monza e raggiungerà il cuore di Milano, il Quadrilatero della Moda, via Montenapoleone, Corso Vittorio Emanuele e il Castello Sforzesco, ideale “traguardo” del defilé dove (dalle 16 alle 18) le vetture saranno presentate una per una.

La partenza è programmata per venerdì 23 marzo da Piazza Castello: alle ore 8 la prima vettura prenderà il via alla volta del primo traguardo di tappa a Rapallo: l’arrivo è previsto tra le 17 e le 18 nel centro città.

Sabato 24 marzo, alle ore 9, le storiche ripartiranno verso Sanremo, dove la prima vettura è attesa nel tardo pomeriggio. La sera, gran gala finale e premiazione dei vincitori.

Complessivamente l'”ardimentosa passeggiata” proporrà uno sviluppo competitivo di 70 prove cronometro. Gli organizzatori Maurizio Cavezzali e Giampaolo Sacchini promettono un percorso altamente divertente per apprezzare il piacere della guida e un’ospitalità top per i partecipanti “Ogni serata avrà il suo codice di eleganza e sarà marcata l’impronta glamour sulla gara, come è sempre stata la Milano-Sanremo” – dice Cavezzali.

TURISMO E PRESTIGIO
La Coppa Milano – Sanremo, disputatasi tra il 1906 e il 1973, rappresentò, in passato, una fortunata alchimia di ingredienti speciali che la resero un evento di successo fin dalle prime edizioni: il valore turistico dei territori attraversati, i partecipanti (nel 1933 vi prese parte il Principe Adalberto di Savoia, vincitore di quella edizione), la Coppa delle Dame (una rarità nelle competizioni dell’epoca, in cui una donna al volante rappresentava “quasi” uno scandalo) e la caratura delle automobili in gara (Alfa Romeo 6C e 8C, Lancia Lambda e Aurelia, Ferrari 166).

Fermata definitivamente dalla Crisi petrolifera degli Anni 70, è ritornata in forma rievocativa (ma sempre con la stessa formula) nel 2003 e si è tenuta fino al 2011.

Alvise-Marco Seno

Auto e Moto d’Epoca 2017: si prepara l’evento fieristico dell’anno

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Fervono i preparativi per l’evento fieristico più importante a livello nazionale e tra i più importanti nel panorama internazionale di fiere dedicate al veicolo d’epoca e da collezione: Auto e Moto d’Epoca 2017, in programma dal 26 al 29 ottobre 2017 a Padova Fiere, sarà per quattro giorni punto di riferimento a livello europeo per la passione per auto e moto classiche.

L’edizione 2016 ha portato a Padova oltre 130.000 visitatori, una presenza ufficiale di 16 marchi automobilistici – che hanno esposto, oltre a vetture storiche o d’eccezione, le novità di mercato – e 5.000 veicoli in vendita. Ma la 34esima edizione di annuncia ancora più intensa.

LE NOVITA’ DEL 2017
Subito all’ingresso del quartiere fieristico i visitatori incontreranno Future Hub, spazio espositivo dedicato alle auto ibride ed elettriche di oggi (saranno esposti modelli di Porsche, Smart, Volvo e Volkswagen) e del prossimo futuro. A fianco, i giovani potranno trovare un’iniziativa dedicata tutta per loro: AME U30, è innazitutto punto di incontro e discussione (partecipano anche start-up ad alto tasso di innovazione) dove i ragazzi potranno approcciare le tematiche dell’auto, della mobilità, del design e della moda. E nella sezione MyFirstClassic troveranno una serie di servizi e informazioni dedicati a quanti stanno pensando di compiere il primo passo nel mondo dell’automobile classica.

Auto e Moto d’Epoca sarà un’occasione per vivere il fascino di un’esposizione museale ma anche per esplorare le opportunità offerte dal mercato. L’organizzazione ha predisposto le nuove Classic Square e Area S per i dealer europei e la nuova Area N per i privati con auto in vendita. Con loro un parterre di 600 tra ricambisti e venditori di oggettistica.

L’importanza della rassegna si conferma la partecipazione di ACI e ACI Storico (che quest’anno si estende a tutto il Padiglione 3) con un fitto programma di eventi, presentazioni, dibattiti, talk show e premiazioni. La giornata di sabato, in particolare, sarà dedicata alla Formula 1 e vedrà un intervento dei protagonisti della serie, tra cui Giancarlo Minardi.

Nell’ambito del weekend fieristico si segnala, infine, la presenza della casa d’aste Bonhams: lo specialista britannico organizza per sabato 28 ottobre una importante vendita all’incanto con 60 vetture di grande lignaggio.

LE CASE UFFICIALI
Come da tradizione consolidata, Auto e Moto d’Epoca vedrà anche la presenza delle Case Madri di molti brand del mercato attuale. Una opportunità per esporre le vetture della loro storia (provenienti dalle collezioni ufficiali e dai musei deputati alla conservazione del loro patrimonio storico) ma anche per presentare alcune delle ultime novità introdotte nelle grandi rassegne internazionali.

Sono attesi Audi (con i modelli sportivi di ultima presentazione, RS3, RS5 e TT-RS), Citroën (in esposizione la nuova C3 Aircross e i festeggiamenti per i 50 anni della Dyane), Jaguar (nuova E-Pace e la monoposto Formula E), Maserati, Mercedes-Benz (che ad Automotodepoca celebrerà 50 anni di AMG ed esporrà SLS Coupé,  CLK 63 e GT R), Pagani Automobili (anteprima italiana della Huayra Roadster), Peugeot (la nuova 308 GTi by Peugeot Sport, una 309 GTI 1.9 prima serie del 1987 e il prototipo 305 V6), Porsche, Tesla e Volvo (dalla P1800 alla nuova XC60). A questi si aggiunge FCA Heritage: la divisione dedicata al Classic del Gruppo porterà le moderne Alfa Romeo 4C Spider e Abarth 124 Spider e con cinque vetture che hanno fatto la storia: dalla  Fiat 525 SS del 1931 all’Alfa Romeo 33/3 Le Mans del 1970.

Alvise-Marco Seno

Auto e Moto d'Epoca 2017: si prepara l'evento fieristico dell'anno

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Padova 2017, Bonhams punta sulle italiane

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La casa d’aste inglese Bonhams, una delle tre più importanti al mondo nel campo delle auto storiche, debutta sabato 28 ottobre ad Auto e Moto d’Epoca di Padova con una vendita ricca di vetture italiane, anche se la più significativa dal punto di vista collezionistico (è quotata tra i 750.000 e 950.000 euro) è una Mercedes-Benz 300 SL Roadster del 1957, modello che proprio quest’anno compie 70 anni di vita (ne parliamo ampiamente su Ruoteclassiche di questo mese). Una vettura in ottimo stato di conservazione e un basso chilometraggio.

MASERATI 3500 GT

Tra le rarità italiane (31 lotti in tutto su 60 vetture in catalogo) spiccano invece una serie di modelli che non è facile trovare in vendita. Tra questi spicca una Maserati 3500 GT Spyder carrozzata da Vignale nel 1960, una delle 242 costruite (è stimata tra i 600.000 e 700.000 euro) con una quotazione in linea con i prezzi attuali di mercato di questo modello ma in una condizione da concorso fuori dal comune.

1962 Lancia Flamina Sport 3C

Altra auto interessante è una delle circa 400 Lancia Flaminia 3C Sport carrozzate Zagato nel 1962 (era dotata di tre carburatori Weber 35DCN, al posto del singolo Solex), considerata tra le più belle vetture realizzate dall’atelier milanese. Per lei la richiesta varia dai 400.000 ai 500.000 euro.

1953 Alfa Romeo 1900C Sprint Coup

Leggermente inferiore la quotazione di una delle 100 Alfa Romeo 1900C Coupé del 1953 carrozzate da Pinin Farina (350.000-450.000 euro). Dipinta in grigio chiaro con interni in panno di lana in tinta, dopo vari passaggi di proprietà è entrata nel 1979 nella collezione di un farmacista toscano che l’ha conservata fino al 2014. I numeri di motore e telaio sono certificati dal Centro Documentazione Alfa Romeo.

1967 De Tomaso Vallelunga Berlinetta

Più rara ancora una De Tomaso Vallelunga berlinetta del 1967, una delle 50 costruite dalla Ghia di Torino, carrozzeria che De Tomaso avrebbe poi acquistato successivamente. Proveniente da una collezione di De Tomaso è perfettamente in ordine anche se non è mai stata restaurata. Viene quotata tra 200.000 e 250.000 euro.

Abarth Monomille

Se però si vuole puntare su una vera rarità senza spendere cifre elevatissime si può puntare su una delle quattro di Fiat-Abarth “coda d’anatra” Monomille GT Coupé (1963-1965) con carrozeria realizzata dalla Sibona & Basano sopravvissute. Per lei sono richiesti dai 90.000 ai 120.000 euro. Realizzata sul pianale della FIAT 600D, con una carrozzeria in alluminio fatta a mano, ha una velocità massima di 170-180 km/h a seconda dei rapporti montati, pur avendo una potenza massima di soli 60 CV.

1969 Alfa Romeo 1300 GTA Junior Coup

Interessante anche questa Alfa Romeo 1300 GTA Junior del 1969 appartenuta negli ultimi 30 anni alla stessa famiglia e con un passato documentato (180.000-220.000 euro). L’auto è offerta con documenti italiani ma non è immatricolata. Viene messa in vendita con un motore ripristinato da poco.

1970 Lancia Fulvia Rallye 1600 HF Fanalone Coup

Altra vettura da corsa italiana di grande tradizione e prestigio è questa Lancia Fulvia Rallye 1600 HF ‘Fanalone’ Coupé del 1970. Si tratta di una vettura originale, dotata di un motore appartenuto alla Squadra Corse ufficiale Lancia, espiantato dalla Fulvia 1600 HF che ha vinto l’Austrian Rally nel 1970. Sottoposta lo scorso anno a un restauro totale, viene stimata da Bonhams tra i 120.000 e i 160.000 euro.

1965 OSCA 1600 GT Berlinetta

Piuttosto rara anche questa Osca 1600 GT Berlinetta del 1965, una delle 21 Coupé realizzate dalla Carrozzeria Fissore. Sicuramente originale nella forma, è stata di uno stesso proprietario dal 1978 al 2016. Perfettamente conservata, viene quotata dai 160.000 ai 200.000 euro.

1961 Lancia Flamina Touring Convertible

Tra le offerte di vetture italiane da segnalare anche una Lancia Flaminia Cabriolet del 1961, una delle 421 2,5 litri a carburatore unico realizzate dalla carrozzeria Touring. Giudicata in condizioni eccezionali, viene stimata tra i 160.000 e i 190.000 euro.

1982 Lancia 1982 Lancia Delta 1600 GT BlindataArmoured

Curiosa invece l’offerta di questa Lancia Delta 1600 HF del 1982 blindata, usata dai Carabinieri a Napoli e con la scritta dell’Arma sulla fiancata. Immatricolata in Grecia, viene stimata 12.000-18.000 euro.

Gilberto Milano

 

Padova 2017, Bonhams punta sulle italiane

1982 Lancia 1982 Lancia Delta 1600 GT BlindataArmoured
1961 Lancia Flamina Touring Convertible
1965 OSCA 1600 GT Berlinetta
1970 Lancia Fulvia Rallye 1600 HF Fanalone Coup
1969 Alfa Romeo 1300 GTA Junior Coup
Abarth Monomille
1967 De Tomaso Vallelunga Berlinetta
1953 Alfa Romeo 1900C Sprint Coup
1962 Lancia Flamina Sport 3C
MASERATI 3500 GT

Lupo d’Abruzzo, la (bella) storia di Berardo Taraschi

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Se nasci a Tossiccia (un piccolo paese in provincia di Teramo, in Abruzzo) nel 1915, in linea di massima aprire un’azienda automobilistica non è la prima cosa che ti viene in mente di fare. Tuttavia, se la passione per la meccanica ce l’hai nel sangue, allora è tutta un’altra storia. È infatti da qui che Berardo Taraschi ha iniziato la sua “lunga corsa”.

Lo ricordiamo perché nel 2017 cadono due anniversari che lo riguardano: il ventesimo dalla sua morte, e il settantesimo dalla fondazione della sua azienda automobilistica, la Meccaniche Taraschi, nata nel 1947 come semplice officina, a Teramo, e poi sviluppatasi fino a produrre auto in proprio.

Durante la sua adolescenza, nonostante il parere contrario dei genitori, Berardo Taraschi si iscrive all’istituto tecnico locale per soddisfare il desiderio fortissimo di apprendere i segreti della meccanica. Una passione profonda la sua che grazie a questa esperienza scolastica si rifletterà in futuro nella capacità di elaborare i motori di motociclette ed automobili.

Finita la scuola, dopo il servizio militare, apre così un’officina motociclistica per creare motori da competizione. A 19 anni partecipa alla sua prima gara, la prima di una lunga serie che lo porterà a competere in circa 70 gare e a conquistare oltre 20 premi.

Nel 1938 consegue il secondo posto nel Campionato Italiano di Velocità Classe 500. Nel 1939 costruisce la “Moto Taraschi 500″, e inizia a gareggiare anche in auto vincendo il “Volante d’Argento” su una Topolino Fiat 500.

Nella sua officina non si limita più a riparare motociclette, ma inizia anche a venderle. Durante la II Guerra Mondiale partecipa alla campagna russa come ricognitore motociclista e subito dopo il conflitto riapre l’officina.

È nel 1947, 70 anni fa, che trasforma la sua attività in una Casa automobilistica specializzata nella produzione di auto da corsa. Risale a quell’anno la produzione della Urania, la prima biposto 750 Sport, un modello che porta il nome del colle Urania, nei pressi di Teramo. Parte dalla base meccanica della Fiat 500 Topolino, ma il motore è il Bmw R75, mentre la carrozzeria è firmata dal milanese Venanzio Pozzi, affiancato da Giovanni Foschini.

L’11 aprile 1947, a bordo di una Urania, Taraschi ottiene il terzo posto nel Circuito di Piacenza, compiendo il giro più veloce. Il modello viene poi perfezionato con uno specifico telaio a struttura tubolare che porta alle Urania della seconda generazione, modificate per rispettare nuovi regolamenti della categoria Sport.

Tante le vittorie conseguite nel 1949: nel 9º Giro di Sicilia, nel Circuito di Reggio Emilia, nel 1° Circuito del Castello di Teramo, nel 2º Gran Premio di Napoli , nella 3ª Coppa delle Dolomiti , nel circuito di Pescara e nella Cronoscalata di Caltanissetta.

L’azienda vola. Taraschi ha già sfidato gli avversari nella Formula 2 con un motore di cilindrata 500 sovralimentato con compressore; comincia a pensare a una vettura per la Formula 3. L’esperimento però non va bene: le Urania-Bmw sono auto difficili da guidare e le vendite diminuiscono.

Sempre nel 1949 Taraschi, tramite il giornalista Giovanni Canestrini, stringe un accordo con i fratelli Attilio e Domenico Giannini: nasce il modello Giaur (nome derivante dalle parole Giannini e Urania) che unisce il meglio del telaio della Meccaniche Taraschi al motore della Casa romana. Ne vengono prodotti più di 50 esemplari, alcuni dei quali esportati negli Stati Uniti dove conseguono oltre 120 vittorie, che si aggiungono a quelle numerosissime ottenute in Italia.

Nel 1951 la Giaur vince il Campionato italiano della classe Sport 750. Campionato che Berardo Taraschi vincerà come pilota nel 1954. Nasce la scuderia “Squadra Taraschi”.

Gli anni Cinquanta sono gli anni della biposto Champion, della monoposto Red Blitz e delle partecipazioni alla Formula 1. Nel 1957 inizia la produzione delle monoposto destinate alla Formula Junior. Cessa la collaborazione con la Giannini, ma la produzione continua con il marchio Taraschi fino al 1962, quando, dopo oltre 150 vittorie nel mondo decise di porre fine alla sua carriera di pilota e alla sua attività di costruttore. Lì, in Abruzzo, dove tutto era cominciato.

Elisa Latella

Lupo d’Abruzzo, la (bella) storia di Berardo Taraschi

1degCC 1949 Taraschi Vescovo e Prefetto 300 dpi cd

Legge stabilità 2018, nuova stretta per le auto storiche?

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Nuove tasse in arrivo per le auto storiche e per i beni da collezione? Le ultime indiscrezioni  stampa, oggi è il turno del Sole 24 ore, sembrerebbero più tranquillizzanti, ma appare comunque chiaro che collezionisti di auto d’epoca, di opere arte, orologi e mobili antichi siano finiti sotto la lente di ingrandimento del fisco alla ricerca di nuove entrate.

Ad oggi la situazione non è ancora chiara ma alcuni esperti fiscalisti ai quali ci siamo rivolti per chiarimenti non hanno nascosto la loro preoccupazione: in base a quanto contenuto nel DDL per la legge di stabilità 2018 si potrebbe arrivare a concludere che una norma interpretativa – tra l’altro applicabile “ex tunc” e quindi con possibili effetti retroattivi – dell’art. 67 TUIR prevederebbe la tassazione (sia ai fini Irpef che di eventuali addizionali locali) delle plusvalenze conseguite dai privati con la cessione di oggetti d’arte, antiquariato e da collezione. Sia nel caso tali beni siano stati già acquistati a titolo oneroso o anche semplicemente pervenuti per via successoria o donazione.

Riguarderà anche le auto storiche? Senza voler fare troppo allarmismo, la situazione è ancora fluida, sarà meglio tenere un faro acceso sulla situazione in quanto qualora sotto la categoria degli oggetti d’arte o da collezione fossero comprese anche le auto d’epoca, le eventuali plusvalenze legate alla vendita sarebbero soggette a tassazione ancorché in misura e modalità non definite.

Ma cosa cambierebbe rispetto alla situazione attuale? Di fatto verrebbe meno la distinzione tra operatore professionale (ovvero chi esercita l’attività di compravendita in modo continuativo i cui utili sono già e giustamente soggetti a imposizione fiscale) e privato cittadino. In poche parole un conto è vendere un’auto della propria collezione ogni tot anni, un conto fare il commerciante.

Se tale norma dovesse essere confermata alla fine dell’iter legislativo il signor Rossi, che magari consegue un guadagno o una plusvalenza a seguito della vendita di un bene magari ereditato piuttosto che acquistato – per esempio – vent’anni fa e ora rivalutatosi, dovrebbe pagare delle nuove tasse.

Essendo tassata la plusvalenza, tra l’altro, questo balzello sarebbe slegato dalla situazione finanziaria complessiva del soggetto e quindi colpirebbe anche chi, a malincuore, si trovasse a vendere “una tantum” un bene ereditato o acquistato in tempi meno duri per le proprie finanze.

Altro tema da approfondire sarà proprio la quantificazione delle plusvalenze che, nel caso non si riuscisse a dimostrarne il valore confrontando con documentazione a supporto prezzo dell’acquistato e prezzo del venduto, verrebbero calcolate nell’ordine del 40% del prezzo di vendita.

Siamo ancora nel campo delle ipotesi ma c’è di che preoccuparsi e non si tratta, a dire il vero, del primo nuvolone nero che potenzialmente si addensa sul portafogli del contribuente italiano in queste settimane. Nei giorni scorsi si erano diffuse voci di una tassazione aggiuntiva sulle polizze assicurative a “gestione separata” che poi sembrerebbe rientrata.

E proprio in relazione ai beni da collezione questa mattina un articolo del Sole 24 riporta cheSe fino a sabato l’ipotesi di tassazione delle plusvalenze sulle vendite di opere d’arte e sui collezionabili realizzate da privati era prevista in manovra, ad oggi nella bozza non vi è più traccia. Definitivamente? Non si sa. Certo la prima scrittura della norma, molto severa per il collezionismo privato – con una retroattività sulle opere vendute negli ultimi 5 anni e un regime Iperf ordinario e uno forfettario pesante -, ha lasciato molti operatori, professionisti e collezionisti sorpresi. L’espunzione dalla manovra pare ascrivibile al niet arrivato al Mef dal Mibact, già impegnato nell’applicazione della riforma sulla circolazione internazionale delle opere d’arte

Altro tema da valutare sarà, nel caso, quello dell’ampiezza della categoria dei beni da collezione o oggetti d’arte, considerata anche la genericità della terminologia usata dal legislatore. Rimarrebbe infatti da capire se e come le auto d’epoca, storiche o youngtimer potrebbero eventualmente sia essere comprese in tale categoria e come poi potrebbero essere distinte dalle semplici auto usate (20 anni? 30 anni? L’iscrizione Asi? Il valore?) tra i beni che rientreranno nelle fattispecie tassabili in caso di compravendita.

Tra l’altro sembra evidente che una novità del genere colpirebbe in modo certo le auto, le cui compravendite anche tra privati sono soggette a registrazione, atti pubblici e altro, rispetto, per esempio, a comò della nonna, quadri od orologi, magari dal valore molto più elevato che, grazie alla loro più semplice “portabilità”, potrebbero finire per essere venduti – sia chiaro in modo illecito – in qualche meandro del web magari con passaggi di denaro in bitcoin per eludere la nuova stretta fiscale.

E vale la pena pure ricordare che le auto storiche sono beni già tassati sia al momento della vendita iniziale sia nel corso della vita intera (bollo pagato per almeno 30 anni etc.), che fanno parte del patrimonio culturale italiano e non solo e che, non ultimo, alimentano un indotto non indifferente. Vi terremo aggiornati.

Luca Pezzoni

Legge stabilità 2018, nuova stretta per le auto storiche?

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In pista a Balocco l’italianità dell’automobile

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Pochi sodalizi, nel nostro Paese, hanno la capacità di rappresentare in modo così significativo il valore della storia dell’automobile italiana come il Club Italia. Vuoi per l’esclusività (negli anni vi hanno aderito personaggi come l’ingegner Mauro Forghieri, l’attore Renato Pozzetto o il rallysta Gino Macaluso), vuoi per le condizioni di ingresso (è necessario dimostrare di possedere una collezione di vetture storiche prodotte in Italia di alto lignaggio storico e collezionistico), vuoi per le iniziative intraprese in campo automobilistico (negli anni 90, in accordo ufficiale con Lancia, si è fatto dedicare una serie speciale – 15 esemplari – della Delta Integrale Evo; più recentemente in accordo con il Biscione si è fatto confezionare una ulteriore tiratura limitata – solo 15 unità – di Alfa Romeo 4C).

Ogni anno, per celebrare la “nostra” storia automobilistica, il Club Italia organizza una giornata speciale ad alto tasso di passione e competitività, in uno dei luoghi simbolo dell’industria automobilistica. Il centro di sperimentazione di FCA Group di Balocco, luogo “misterioso” immerso nelle risaie del vercellese, nato nel 1962 come campo di prova per i prototipi e le auto da corsa Alfa Romeo, è un piccolo tempio dell’italianità dell’auto dove, da oltre mezzo secolo, prendono forma e vita le vetture che ci rappresentano nel mondo.

È un luogo simbolo, che il Club Italia, da oltre vent’anni, con grande passione, provvede a “caricare” di ulteriore linfa vitale portando le automobili più rare e affascinanti, stradali o da corsa.

QUASI 50 MACCHINE, TUTTE ITALIANE
Così lo scorso sabato i soci hanno aperto i loro preziosi garage e portato sulle nebbiose curve dei circuiti di Balocco quasi 50 automobili per l’edizione numero 23 della Club Italia Cup, evento conclusivo della stagione: dalle Lancia Fulvia Coupé in varie declinazioni (1.3 S, 1600 Sport Zagato e HF “Fanalone”) alle Alfa Romeo Giulia e Giulietta (SS, Sprint e Sprint GTA), dalle Lancia da corsa più famose (tre Lancia Stratos, una 037, una Delta Integrale e una Delta S4) ad alcuni pezzi di elevato pregio (Fiat-Abarth 850 Coupé Stradale, Lamborghini Miura SV, Ferrari 275 GTS o Maserati 200 SI).

LE GARE
Le ostilità, apertasi a metà mattina, si sono concretizzate in una serie di manche a ripetizione per tutta la giornata. Due i gruppi (velocità e regolarità) organizzati lungo il percorso ricavato nel dedalo di circuiti dell’impianto, un emozionante mix di rettilinei e curve di tutti i gradi di difficoltà dove i piloti hanno potuto sfogare il piede destro sul pedale del gas o il dito pollice sul pulsante del cronometro.

Nel silenzio del centro sperimentale di FCA, dunque, gli ospiti hanno potuto ammirare a pieni giri i modelli da corsa esibirsi sul loro terreno ideale per la conquista della coppa della velocità, laddove le stradali hanno preferito mantenere il loro contegno di affascinanti GT e concentrarsi sulla precisione cronometrica. A coronamento delle prove, la competizione si è tinta di rosa con una agguerrita (perché numerosa) “Coppa delle Dame“, segno inequivocabile di come l’ardore che anima il Club Italia non abbia confini e sia capace di contagiare mogli e figlie in una vera passione di famiglia.

Come sempre avviene quando è la passione a fare da collante, i risultati finali sono solo un corollario alla giornata. L’importante è lo spirito che anima il Club Italia. C’è bagarre, c’è concentrazione, c’è gusto per la sfida ma c’è, soprattutto, la voglia di sfogare la passione alla guida. E la vittoria diventa un dettaglio: i vari raggruppamenti per epoca hanno visto il successo di Maserati 200 SI, Alfa Romeo Giulia GTA e Lancia Stratos; trofeo della Regolarità alla Lancia Fulvia Coupé. Coppa delle Dame alla Fiat-Abarth 850 Coupé Stradale Zagato.

Alvise-Marco Seno

 

RallyLegend, in scena i mostri sacri del rally

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È stata un’altra festa dello sport, un grande weekend dedicato alla passione rallyistica in cui la competizione vera e propria – anche se non appartenente ad alcun campionato – ha portato le emozioni alle stelle. Come vere “stelle” sono state le presenze sul Monte Titano in occasione del Rally Legend 2017: i campioni dei rally degli ultimi 30 anni e le vetture che hanno monopolizzato le classifiche – nazionali e internazionali – e i sogni degli appassionati. Ma non potevano mancare i protagonisti di oggi: si è infatti unito al gruppo anche Kris Meeke, pilota ufficiale Citroën nel Mondiale Rally 2017, quattro vittorie, a oggi, in gare iridate.

Tanti i campioni presenti: Sebastien Loeb (Citroën C4 WRC), Sebastien Ogier (VW Polo R WRC), Stig Blomqvist (Audi Quattro S1), Miki Biasion (Lancia Delta Integrale, Team Eberhard), Juha Kankkunen (Lancia Delta Integrale), Tommi Makinen (Mitsubishi Lancer), Marcus Gronholm (Peugeot 206 WRC), Ari Vatanen (Ford Escort RS), Timo Salonen (Peugeot 205 T16), Didier Auriol (Toyota Celica), Petter Solberg (Subaru Impreza WRC). Tra i Campioni di casa nostra – stelle del rally di ieri e di oggi – hanno sfilato Sandro Munari, campione nel 1977 e nel 1978, con la Lancia Stratos, Tony Fassina (Lancia Stratos), Piero Longhi (Toyota Corolla), Andrea Aghini (Citroen Xsara), Simone Campedelli (Ford Escort),  Riccardo Errani (Lancia Delta 16V), Marco Bianchini (Lancia 037), Giuliano Calzolari (Ford Escort Rs) e Davide Cesarini (Ford Escort Rs 1600)

LA CORSA
Per tre giorni il Rally Village è stato il punto di incontro di appassionati, aziende, piloti e macchine, suggellando il successo dell’iniziativa con la competizione per le strade della Repubblica. In gara, anche quest’anno, le tre categorie regine di Rallylegend: Historic, Myth e Wrc-Kit. E con le “Legend Stars” a incrementare il già alto tasso di spettacolo.

Partita nella serata di venerdì alle 19 dal Rallylegend Village, la corsa ha visto, tra le storiche, la supremazia nella prima tappa di Marco Bianchini, navigato da Daiana Dardieri, a bordo della Lancia 037 del 1985. Dopo un bel duello con Giuliano Calzolari, con Costa a fianco (Ford Escort Rs del 1981), la coppia sanmarinese ha vinto la categoria dedicata alle vetture Historic. Davide Cesarini, con Gabrielli, su Ford Escort Rs del 1973 e Stefano Rosati, con Toccaceli, su Talbot Lotus del 1979 hanno completato la “mini classifica” tutta di equipaggi di San Marino al traguardo finale.

Nella categoria Myth Simone Romagna e Dino Lamonato, con la Lancia Delta Integrale del 1990, hanno dominato tutta la corsa, mai veramente insidiati dagli inseguitori. Al secondo posto hanno concluso Loris Baldacci, con Magnani, con la Renault Clio Williams del 1998 e, sul gradino più basso del podio, l’uruguaiano Gustavo Trelles, con Del Buono, su Lancia Delta Integrale del 1990.

Luciano Cobbe, con Fabio Turco (Ford Focus WRC del 2002) è invece il vincitore della categoria WRC-KIT, davanti al danese Kristian Poulsen, con Niels Iversen, a bordo di una Toyota Corolla WRC del 1998 che, nel rush finale, superava la Renault Clio Maxi del 1993 di Nico Signorini e Leonardo Marraccini

COLIN MCRAE TRIBUTE
Quest’anno il Rally Legend ha reso omaggio alla memoria del grande campione scozzese (scomparso nel 2007 a soli 39 in un incidente aereo, campione del mondo nel 1995 con la Subaru Impreza e secondo nel ’96, ’97 e 2001), a dieci anni dalla sua prematura e tragica scomparsa. Per Colin Mc Rae c’erano a San Marino anche Derek Ringer, il navigatore con cui il compianto pilota scozzese ha vinto il titolo Mondiale 1995, e Nicky Grist. Al ricordo del grande pilota si è unita la compagine dei suoi storici “amici-avversari”, che si sono esibiti, nella giornata di domenica, in una speciale parata – la Champions for a Champion parade – organizzata durante la prova speciale “The Legend”, ognuno a bordo della vettura da lui portata al titolo iridato.

Alvise-Marco Seno

Mitteleuropean Race, ennesimo trionfo di Vesco-Guerini

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La manifestazione ha avuto il suo baricentro in Trieste, il cui golfo fa già da cornice a un altro avvenimento storico di fama internazionale, la regata velica Barcolana. Esattamente una settimana dopo, venerdì 13 ottobre, la località di Portopiccolo di Sistiana ha ospitato le verifiche sportive e tecniche. Presenti numerose Alfa Romeo 4C, iscritte alla Mitrace Cup, con classifica dedicata, voluta dalla Casa del “Biscione”, main sponsor dell’evento. La giornata è stata allietata non solo da temperature decisamente primaverili, ma anche da una conferenza tenuta dal collezionista italiano Corrado Lopresto sul tema del restauro e della conservazione di alcune delle sue autovetture, tutti esemplari unici. Alla Mitteleuropean Race, Lopresto ha partecipato, con la compagna di una vita, Elena Maggiore, a bordo di un’Alfa Romeo 6C 1759 GS Aprile del 1931.

Ma è stata la partenza dalla centralissima Piazza Unità d’Italia, considerata il salotto di Trieste, ad attirare un folto pubblico e tantissimi appassionati nella giornata di sabato 14 ottobre. Da questa location unica affacciata sul mare, ha preso il via ufficiale la competizione: 330 chilometri per un totale di 81 prove cronometrate e 2 prove di media in due giorni. I Colli orientali del Friuli Venezia Giulia sono stati il terreno di gara della prima giornata. Dal centro di Trieste a Portopiccolo di Sistiana, per poi proseguire alla volta di Cormons, gli equipaggi hanno affrontato le prime prove cronometrate sul Monte Calvario, una collina a ovest di Gorizia, sulla sponda destra del fiume Isonzo, ricordato come uno dei monti delle battaglie dell’Isonzo durante la prima guerra mondiale.

Il secondo settore si è consluso a Cormons, bella cittadina di stampo asburgico, e centro principale dell’incantevole zona collinare dei vini del Collio. Percorrendo la Strada dei Vini del Collio, con passaggi nei comuni di Ruttars, Vencò e Scriò, la carovana poi trovato ristoro nell’azienda agricola di Venica&Venica, a Dolegna del Collio. Nel rientrare a Trieste, gli equipaggi si sono dapprima sfidati in una serie di prove cronometrate, molto tecniche, poi in un controllo a timbro a Giassico e infine sono tornati in Piazza Unità d’Italia. La prima giornata della Mitteleuropean Race si è conclusa al Castello di San Giusto, con vista spettacolare su Trieste, sul golfo e sull’entroterra, dove i figuranti in costume della Compagnia de Tergeste, hanno ricreato un’atmosfera mitteleuropea molto coinvolgente.

La seconda giornata di gara, che già vedeva in testa la coppia Vesco-Guerini, dopo le prime 59 prove cronometrate, davanti ai friulani Amedeo Cicuttini e Lia Castellano su Alfa Romeo Giulia TI, e a Fabio Salvinelli e Guido Ceccardi, su Lancia Aprilia, si è spinta, come da programma, fino alle località balneari più belle della Slovenia. Le prove iniziali della mattina, tutt’altro che facili, hanno risvegliato gli equipaggi lungo la salita del Boschetto, poco prima di sconfinare in Slovenia e non prima di aver reso omaggio alla Foiba di Basovizza diventata, dopo anni di lotte, Monumento Nazionale in ricordo dei martiri delle foibe.

In terra slovena, si sono poi consumate le due prove di media, parecchio impegnative, con stradine molto suggestive compleamente immerse nella natura, tra saliscendi che hanno accompagnato gli equipaggi fino a Portorose. Località turistica slovena, dalla fine del XIX secolo è diventata uno dei centri balneari più noti del litorale altoadriatico, nonché apprezzata stazione termale. Da Portorose, dove le prove cronometrate di questa gara si sono concluse all’interno del kartodromo, i concorrenti hanno raccolto una serie di controlli a timbro nelle località di Pirano d’Istria, città natale del violinista e compositore italiano, Giuseppe Tartini, che svolse un ruolo importante nel dar forma all’eredità culturale della città, tanto da meritarsi un monumento alla memoria nella piazza principale, a lui dedicata.

E poi ancora ci sono stati dei controlli a timbro nelle località balneari di Isola d’Istria, ancora in Slovenia, e di Muggia, il comune più a sud del Friuli-Venezia Giulia, all’estremità settentrionale della penisola istriana, fino al rientro definitivo in Piazza Unità d’Italia a Trieste. Vesco e Guerini hanno mantenuto la loro leadership per tutta la durata della gara, mentre si è insediata in seconda posizione la coppia Fontanella-Covelli, su Lancia Aprilia del 1939 seguita, dopo un bel duello, da Gatta-Piccinelli su Amilcar CGSS del 1926.

Himara Bottini

Uno sguardo a Ruoteclassiche di novembre

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AU FERRARI 250 MM okE sono trent’anni! Con il numero in edicola questo mese, Ruoteclassiche raggiunge un traguardo che nel nostro settore equivale al titolo di “storicità”. Era infatti il lontano novembre 1987 quando uscì il primo numero della rivista destinata ad accompagnare tanti appassionati. Per celebrare la “raggiunta maturità” abbiamo quindi pensato a un fascicolo speciale, che riproponesse lo stesso sommario del debutto, aggiornato però con la sensibilità – e i mutamenti del collezionismo – di oggi.

Ecco quindi ricomparire in copertina la stessa Alfa Romeo 8C 2900 B Le Mans Touring di allora, ma restaurata e riportata al suo rosso scuro d’origine. Torna anche la sfida, allora non era stato ancora coniato il contenitore “Test a test”, tra due icone della sportività Made in Italy: Dino 246 GT e Lancia Stratos. Tra le “Regine del passato” nuovo spazio anche per la Ferrari 250 MM Spider Vignale, oggi riproposta in un esemplare diverso dei soli 15 costruiti.

AU DINO STRATOSChi ricorda il primo Ruoteclassiche non può ignorare il ritorno anche della Lancia Fulvia Coupé, qui nella versione Safari, che appartiene oggi a un grande campione, quel Miki Biasion che conquistò due Mondiali Rally nei primi anni di vita della nostra testata. Una mezione a parte, nel nostro fascicolo celebrativo, merita la panoramica delle nostre copertine più belle e degli articoli di cui andiamo più fieri, accompagnati dal ricordo dei direttori che si sono succeduti nella conduzione della rivista.

Ovvio però che la memoria “autoreferenziale” non potesse occupare ogni spazio della rivista. Nella rubrica di attualità “Fatti e persone” si ricorda anche la storia dell’Innocenti e i settant’anni di uno dei suoi prodotti di punta: la Lambretta. Così come alcuni degli eventi motoristici più recenti: Modena Motor Gallery, Arona-Stresa-Arona, Lamborghini & Design, Asi AutoShow, Great Wall International Classic Rally e, per quanto riguarda le gare di regolarità e i raduni, Raid dellEtna, Tropée des Alpes, Valli Biellese – Trofeo Oasi Zegna, Parma-Poggio di Berceto, Rally Elba Storico e Trofeo Milano.

Storia RuoteclassicheIl car designer della nuova “Copertina d’autore” – la penultima della serie – è Lorenzo Ramaciotti, papà tutte le Ferrari, Maserati e Alfa Romeo degli ultimi trent’anni-.

La “Tecnica” si sofferma sui freni a disco, la sezione “Vendite all’asta” sul recente evento Pandolfini a Firenze. Impossibile citare tutto di un numero che è una piccola… festa, nostra e vostra. Chiudiamo segnalando che allegato al fascicolo troverete anche l'”Indice generale” che mancava sulle nostre pagine da sette anni.

Buona lettura.

Uno sguardo a Ruoteclassiche di novembre

Storia Ruoteclassiche
RCL 30 ANNI
AU DINO STRATOS
AU FERRARI 250 MM ok
COVER INDICE

Coppa Franco Mazzotti, in 141 al via. E vincono…

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Per una volta, la quantità è stata pari alla qualità, con circa cinquanta vetture anteguerra e altrettante costruite prima del 1960. In più, al via erano presenti quasi tutti i più forti Top Driver italiani; dai siciliani Francesco Di Pietra, Nino Margiotta, Giovanni Moceri e Mario Passanante, ai lombardi Alberto Aliverti, Bruno Ferrari, Osvaldo Peli, Ezio Salviato e Lorenzo Turelli, senza scordare Gianmarco Fontanella, Alessandro Gamberini e Sergio Sisti.

Il programma, tra sabato 21 e domenica 22 ottobre, prevedeva un tour alla scoperta dei fondatori della Mille Miglia, con partenza da Brescia, pranzo in Franciacorta e pernottamento a Sirmione, sul lago di Garda.

«Ricevere, il giorno dopo la gara, decine di email di complimenti e ringraziamenti da parte dei concorrenti della Coppa Franco Mazzotti, ci ha davvero commossi, perché testimoniano i risultati della nostra passione e del nostro impegno» ha commentato il presidente del Club Mille Miglia Alfredo Coppellotti.

Come lo scorso anno e nelle più importanti gare del 2017, la vittoria ha arriso al duo bresciano, meglio valtrumplino, formato da dai due Andrea, Vesco e Guerini, su Fiat 508 S Balilla sport.

Dietro a loro sul podio, i bergamaschi Aliverti-Maffi su Fiat 508 C e i bresciani Turelli-Turelli, padre e figlio, su Fiat 508 S Balilla S. La Coppa delle Dame è stata meritatamente vinta, nonostante la nutrita concorrenza, da Federica Bignetti-Bighetti e Cristiana Cherubini, su Alfa Romeo Giulietta Spider Veloce.

A ricevere il maggior numero di applausi lungo il percorso, in ogni caso, è stato uno dei più grandi talenti espressi dall’automobilismo sportivo italiano: il grandissimo Arturo Merzario che, come sempre su Alfa Romeo, è tornato a correre per i colori della Scuderia Brescia Corse, come fece quando vinse cinque gare del Campionato Europeo Marche 1972, in compagnia di Giorgio Taglietti.

Gli organizzatori del Club Mille Miglia gli hanno fatto la sorpresa di fargli trovare sulle piste dell’Aeroporto di Ghedi – dove si sono svolte le prove finali, il pranzo di chiusura e le premiazioni – l’Alfa Romeo 33 SC 12 Campione del Mondo Sport Prototipi con la quale Merzario corse nel 1977.

Le classifiche sono disponibili sul sito www.clubmillemiglia.eu

Coppa Franco Mazzotti, in 141 al via. E vincono...

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