Il giovane disegnatore era Giorgetto Giugiaro (qui la sua intervista a Ruoteclassiche dello scorso anno), date e cronache sono prese dalla sua agenda del gennaio 1963, la storia è quella della celebre Chevrolet Corvair Testudo, un coupé che anticipava i film di fantascienza, in realtà confortevole da guidare e su meccanica di grande serie. Tra qualche settimana la Testudo, che Giugiaro si è ricomprato qualche anno fa, compirà di nuovo la traversata delle Alpi, per fare da madrina a un’altra, provocante creazione. Quella del 2018, quella dell’ottantesimo compleanno del “Designer del secolo”.
La “creatura” non ha ancora un nome e la forma è lecito intuirla solo da una foto in controluce e quattro dettagli che sono stati anticipati in questi giorni. Dentro – questo invece è noto – ha l’energia pulita di un leader dell’elettricità (Envision Energy, ovviamente cinese) e delle fonti rinnovabili. Ma studiando i fotogrammi semisegreti e pesando le parole di Giugiaro è lecito andare un poco oltre nelle previsioni. Prima di tutto la nuova arrivata è una berlina. Sportiva finché si vuole, ma con tre volumi definiti, ben bassa per terra, sobria da ogni traccia di anabolizzante/Suv. A spanne, cinque metri in una forma raccolta, la coda corta e una silhouette che potrebbe ricordare un’altra quattro posti da brivido, quella “Brivido” appunto del 2012, con porte ad ali di gabbiano, spazio da vendere e un piglio sensazionale.
“Però quella non c’entra niente – squilla un Giorgetto straordinariamente in forma – perché là c’era molto più edonismo e una meccanica tradizionale (Porsche Panamera ndr), mentre qui il segreto, che non dico a nessuno fino a quando non la vedete, è la funzione. Abbinata a una filosofia di trazione che dire etica è poco”.
La grande berlina high-tech è stata infatti sviluppata da GFG (la nuova società di Giorgetto e Fabrizio Giugiaro) con Envision Energy, un gigante che da Shangai controlla il mercato planetario delle turbine a vento. I suoi “mulini” sono tra i più avanzati, e mentre leggete, producono mediamente 10 gigawatt di energia. Il Gruppo cinese, oltre alla ricerca nell’eolico e nel solare, ha tra i principi fondativi quella per la mobilità sostenibile e mette filantropicamente a disposizione le proprie scoperte e piattaforme di “Beautiful Energy” (un loro marchio registrato) attraverso il sistema dell’open source.
Ma torniamo alla funzione. Dalla Corvair del ’63, al proto-monovolume Megagamma del ’78, alla Bugatti EB112 pensata “a sua immagine e somiglianza”, alle macchine fotografiche “prensili” della Nikon dei primi anni ’80, il “perché” razionale dell’estetica è stato alla base dell’opera di Giugiaro. “E anche con quest’ultima idea – spiega – cerco una buona giustificazione alla bellezza. Qui il tema è l’accessibilità, la comodità vera. Applicato a una vettura di lusso, per signori come me che oggi ancora guidano, ma sono destinati ad essere ‘guidati’, presto, da qualcun altro”. O da qualcosa, verrebbe da aggiungere, anche se lui, per ora, il volante non è riuscito ancora ad abolirlo. “È un fatto che mi turba nell’animo – scherza Giugiaro, ma non troppo – da quando, una decina d’anni fa, mi portarono alla Volkswagen a fare il primo test di un’auto autonoma. Fu, nonostante tutto, un’esperienza terrificante“.
Il sistema di apertura dell’abitacolo della nuova showcar sarà rivoluzionario. Dal pilastro A alle quote di seduta, a tutti gli inghippi che rendono il salire in vettura (o peggio, lo scendere), un momento delicato. “Anche con la Testudo – prosegue Giugiaro – avevo voluto innovare. Una bolla di plexiglass che ruotava su perni, tutto il padiglione che si scoperchiava. Oggi la provocazione sarà tornare alla berlina in un’epoca in cui il 4×4 detta legge, lo sviluppo verticale di Suv, MPV, Crossover è il presunto sinonimo di status“.
“Mi sono un po’ annoiato – conclude Giorgetto – anche perché questo genere di automobili non è sempre utile, né particolarmente ecologico. Torniamo all’eleganza senza tempo delle berline, con l’aggiunta di soluzioni tecnologiche che non finiscono di sorprendere”.
Giosuè Boetto Cohen