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Presidenza Asi: eletto Maurizio Speziali

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Come in ogni duello all’ultimo sangue che si rispetti alla fine ne è rimasto solo uno: Maurizio Speziali, esponente di punta della fronda che da tempo puntava a un rinnovamento profondo dell’Automotoclub Storico Italiano, il punto di riferimento di quasi tutti i collezionisti di auto italiani. Speziali ha vinto con 2.228 voti a favore contro 1.230 andati a presidente uscente Roberto Loi.

All’elezione che si è tenuta oggi nella sede Asi a Torino erano presenti i rappresentanti di 233 Club associati su un totale di 270 sodalizi iscritti all’Ente, pari a un totale di 3.607 voti su un massimo di 3.844 nel caso di piena partecipazione di tutti i rappresentanti. Numeri da capogiro per l’Asi che pare non abbia mai registrato una partecipazione così numerosa di votanti nella sua sessantennale storia. Per consentire di ospitare i 482 elettori presenti alla votazione è stata infatti dovuta essere allestita una sala in più.

Alla fine dello spoglio, avvenuto in tarda serata, Maurizio Speziali ha ottenuto quasi il 65% delle preferenze. Si tratta di una vittoria piuttosto ampia che dovrebbe mettere fine senza strascichi a un periodo molto turbolento che di fatto aveva bloccato da mesi ogni attività e ogni decisione politica importante per i 150 mila iscritti all’Asi.

Come noto, i due candidati (quasi 150 anni in due, per l’esattezza 74 ognuno) erano divisi da “cordate” e programmi diversi. Fino a poche settimane fa a disputarsi la carica erano addirittura in sei, dimezzatisi con l’avvicinarsi del Consiglio federale decisivo. Poi, il colpo di scena, nella serata dell’8 gennaio: il terzo sfidante – Gianni Marchetti, presidente del Camer (Club Auto Moto d’Epoca Reggiano) – si è ritirato dai giochi, convogliando i voti della sua lista su Speziali.

Inutile dire che la giornata al Centro Congressi dell’Unione Industriale di Torino aveva tutte le credenziali della resa dei conti, con un’agenda delineata in tutti i dettagli: convocazione per le 10 di mattina, insediamento degli scrutatori, scelta del presidente di seggio, presentazioni dei candidati e votazioni vere e proprie nel primo pomeriggio.

Dal punto di vista formale, l’elezione prevedeva il voto disgiunto: cioè, era possibile votare consiglieri di una lista diversa da quella del presidente preferito. Per la cronaca, era necessario eleggerne 11, perché il 12° previsto dallo statuto era rimasto in carica (Alberto Scuro). Ognuno dei due candidati presentava ovviamente una lista propria, in entrambi i casi con alcuni consiglieri uscenti (i candidati eleggibili erano 46).

Complesso il meccanismo di calcolo, aperto a tutti i 270 club federati: che però non “pesavano” tutti allo stesso modo, ma sono stati chiamati a esprimere un “pacchetto” di voti in relazione al numero dei soci (un tecnicismo che, con i cosiddetti “Grandi elettori”, avvicina le elezioni dell’Asi a quelle per il Presidente degli Stati Uniti).

I due sfidanti portavano in dote programmi molto differenti: Loi, nel segno ovviamente della continuità, premeva per mantenere i quattro anni di estensione del mandato, senza vincoli di numero (in scadenza nell’aprile 2019) e aveva espresso la volontà di cambiare sede alla Collezione Bertone, acquisita dall’Asi, portandola all’ex-Burgo di Settimo Torinese. Mentre Speziali, da un lato, voleva imporre il limite di soli due mandati e dall’altro non impegnare le risorse dell’Ente in un costoso trasferimento delle vetture ex-Bertone, preferendo collocarle al Mauto di Torino. I problemi che il nuovo Presidente dovrà cercare di risolvere sono comunque molti di più e alcuni molto urgenti. Ne parleremo approfonditamente sul prossimo numero di Ruoteclassiche in edicola a fine mese.

Dario Tonani e Gilberto Milano

 

 


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